Autore: Ingematic Team Data Aggiornamento: 19 Maggio 2021 Data Pubblicazione: 27 Agosto 2020 Pubblicato in: ARCHIVIO |DIGITAL NEWS | Tag: , , , Tempo di Lettura: 3 minuti

Fortnite è sicuramente il videogioco più celebre degli ultimi anni. Tanto celebre da divenire il “casus belli” per una delle questioni politiche ed economiche più discusse. Scopriamo insieme la vicenda che vede coinvolti Epic Games, Google ed Apple.

Epic Games va alla guerra e fa tremare Apple e Google

Pubblicato e sviluppato nel 2017, il battle royale di Epic Games è divenuto fin da subito un caso commerciale. Nato come un “free to play“, ossia come videogioco scaricabile gratuitamente, ha connesso immediatamente i videogiocatori di tutto il mondo. Benché sia giocabile senza alcun costo, il videogame ha da sempre previsto degli acquisti interni.
Nel gergo di settore vengono definite “microtransazioni“: acquisti di oggetti giocabili tramite la valuta di gioco. Questi “gettoni virtuali” si possono acquisire tramite carta di credito, quindi con moneta reale (euro o dollari).
Queste microtransazioni sono divenute, negli anni, la colonna economica del gioco per far fronte alla gratuità del prodotto.
Scaricabile su tutte le piattaforme di gioco (PC, Xbox e Play Station), Fortnite è anche giocabile su smartphone. Motivo per cui si giustifica la sua presenza sia su Apple che Google Store.

Perché Apple e Google hanno rimosso Fortnite dagli store

Le microtransazioni effettuate sugli store mobile hanno da sempre previsto un guadagno per Apple e Google del 30% su ogni commissione effettuata. Epic Games non ha mai gradito l’alto tasso di percentuale previsto. Proprio per questo, uno degli ultimi aggiornamenti della App prevedeva di “bypassare” gli store mobile durante la fase di acquisto eliminando pertanto il tanto discusso 30%. I due colossi del web, resosi conto del “bug” voluto, hanno risposto eliminando il videogioco dalle loro librerie. E’ evidente che Epic Games, rendendo disponibile tale aggiornamento, sapesse a prescindere a cosa andasse incontro. E’ proprio in virtù di questo, che non ha tardato ad agire legalmente contro “mister G” e la “grande Mela“.

Epic Games e lo spot parodia del Macintosh

Una volta fatto causa, Epic Games ha destato i suoi utenti con la parodia del primo e celebre spot del Macintosh. Mandato in onda nel 1984 e diretto da Ridley Scott, lo spot citava il capolavoro letterario di George Orwell, “1984” per l’appunto. Il Grande Fratello immaginato dal giovane Steve Jobs era IBM che dominava all’epoca il mercato dei personal computer.
La parodia di Epic Games vede al posto di IBM un personaggio dalla testa a forma di mela morsicata. Al termine del video compare, infine, l’hashtag #FreeFortnite richiamando i propri utenti ad un torneo virtuale contro Apple e Google.

Perché il caso Epic Games va oltre il videogame

Il caso Epic Games, ovviamente, deve essere letto in una chiave di lettura attuale. La notizia, infatti, va ben oltre il contesto videoludico abbracciando il contesto politico ed economico. Esso ci mostra il panorama contemporaneo: i due colossi del web (Apple e Google) da un lato, una casa di videogames dall’altro. Storicamente, è un episodio senza precedenti. Difatti, si sono appena mosse le basi per un possibile futuro in cui il duopolio dei colossi possa essere messo in discussione.