Riapertura scuole al via: il 14 settembre 2020 gli alunni torneranno fra i banchi di scuola. Non tutto sarà prima, soprattutto per quello che riguarda la didattica a distanza. Scopriamo insieme perché la DaD è il metodo di apprendimento privilegiato.
Didattica a distanza: mai più senza
Il Coronavirus ha cambiato la vita di tutti. Gli studenti, in primis, hanno dovuto adeguarsi ad un nuovo tipo di vita scolastica. La didattica a distanza (DaD per brevità) è stata la protagonista indiscussa della scuola al tempo del Covid-19. Questo nuovo metodo di apprendimento prevede una serie di strumenti essenziali affinché gli studenti possano istruirsi a distanza. Le piattaforme digitali non sono mancate in questi mesi: da Google Classroom, fino a Moodle. Docenti e studenti hanno dovuto adeguarsi al meglio, per poter sopperire ai danni provocati dal Covid sul mondo scolastico. Proprio a causa del lockdown, in Italia si è scoperto quanto siano essenziali gli strumenti e le piattaforme digitali. Proprio per questo motivo, gli istituti scolastici non potranno più farne a meno.
Azzolina decide: la DAD anche in presenza
Il Ministero dell’Istruzione, presieduto dalla ministra Azzolina, ha recentemente pubblicato le linee guida da seguire per la nuova didattica. Dal documento, infatti, si evince come d’ora in avanti l’insegnamento in presenza deve essere supportato da piattaforme e strumenti digitali per favorire la didattica a distanza. Tutto questo, non solo è giustificato per essere pronti ad un nuovo lockdown, ma soprattutto perché si è ormai resa necessaria una forma di apprendimento che preveda una completa integrazione fra il digitale e il metodo di apprendimento convenzionale.
WeSchool, la piattaforma italiana per la classe digitale
Una delle realtà più innovative per la DAD è “WeSchool”, la startup italiana della didattica digitale. Già attiva dal 2016, WeSchool ha visto crescere la propria attività “grazie” al Coronavirus. Una delle sue peculiarità essenziali è quello, non solo di accorciare il gap di competenze digitali fra studenti e docenti, ma soprattutto quello di offrire un nuovo modo di intendere l’apprendimento. WeSchool, infatti, prevede una sistema di lavoro condiviso per le “classi capovolte”. In questo modo, in particolare, si applica il tech-to-learn: gli studenti sono al centro del processo di apprendimento.
DAD, l’apprendimento del futuro
In virtù di questo, è essenziale che la tecnologia ed il digitale siano al servizio di docenti e studenti. Apprendere in modo cooperativo rende la didattica estremamente intuitiva. Inutile dire quanto il modello del Learning Management System sia essenziale ed esemplare anche in questo caso. Infatti, dire o scrivere nel settembre 2020 “riapertura scuole” assume un significato in più: innovare il metodo di apprendimento ed avvicinare quanto più possibile genitori ai nuovi strumenti digitali.